Costruito sotto il governo di Enrico II del Carretto e circondato da mura per buona parte erette sugli alvei dei torrenti Pora a ponente e dell’Aquila a levante, Finalborgo è il più antico dei nuclei storici di Finale Ligure, citato per la prima volta in un documento del 1° agosto 1188. Delle prime mura non si hanno precise notizie, mentre le attuali sono state costruite dal marchese Giovanni I Del Carretto dopo la sventurata guerra del 1447-52 contro Genova. Le porte d’ingresso al Borgo sono quattro: nella parte orientale troviamo Porta Reale, più a nord Porta Romana o del Mulino (dove si trova uno splendido esempio di antico lavatoio chiamato “Beo”), sul versante occidentale Porta Testa ed infine, lungo il tracciato della strada Beretta, Porta della Mezzaluna. All’interno delle mura la viabilità è consolidata su due direttrici principali e tutto l’impianto urbanistico è intersecato da viuzze e vicoli che contornano i principali palazzi (Raimondo, Ricci, Aycardi, Celesia, Borea) costruiti tra il XV e XVII sec. Alcuni di essi conservano ancora esempi impregnati di gusto tardogotico: in via Gallesio i palazzi Gallesio e Cavassola del XVI sec., in piazza del Tribunale palazzo Arnaldi (o del Governatore) in stile barocchetto, in via del Municipio palazzo Ricci o Riccio. Quest’ultimo, risalente in parte alla seconda costruzione del Borgo, è uno dei migliori esempi di architettura del primo Rinascimento in Liguria.
Fino al 1927 sede del comune di Finalborgo, attualmente ospita la Civica Biblioteca, l’Archivio Storico e l’ Associazione Centro Storico di Finale. La piazza principale del Rione è attualmente intitolata a Garibaldi (anticamente detta “delle Erbe”), sul fondo della quale vi è un modesto arco costruito in occasione del passaggio (1666) dell’Infante Margherita di Spagna, in seguito dedicato al re Vittorio Emanuele II. Da osservare l’attigua piazza Aycardi, già “platea Grani”, con la loggia del Raimondo ed il teatro Aycardi, costruito sui resti della cappella del convento (1767) dei padri Scolopi. Queste due piazze erano il centro commerciale del Marchesato, con l’aggiunta di Piazza del Tribunale, già “platea Palatii”, dominata dal palazzo quattrocentesco sede dell’amministrazione marchionale e del governatore, in seguito divenuto tribunale e oggi sede di Pretura. Due sono i complessi ecclesiastici all’interno delle mura: la Collegiata di San Biagio e il Convento di S. Caterina. Il primo, con l’incompiuta facciata (rifacimento barocco del 1634 – 1650 dovuto al finalese Andrea Storace), è stata costruita sui resti di una chiesa gotica della quale rimangono la parte absidale, il campanile ottagonale, esempio unico della Riviera di ponente costruita su una torre della cinta muraria alla fine del secolo XV. L’interno a tre navate su pilastri e cupola è affrescato con decorazioni di Francesco Semino e Domenico Buscaglia, eseguiti nel 1870, mentre il battistero e l’altare maggiore con la balaustra sono di Domenico Bocciardo. Il maestoso pulpito in marmo originalissimo, rappresenta la visione di Ezechiele ed è di Pasquale Bocciardo (1765). Degno di nota il monumento funebre a Sforza Andrea Del Carretto, posto sopra il portale mediano. Il complesso è costituito da dodici cappelle più l’altare maggiore, nelle quali sono conservate opere del Pancalino, dei Fasolo, di Pier Lorenzo Spoleti, di Gio Lorenzo Sormano, Antonio Pittaluga, Stefano Guttuso e una pregevole ancona di Oddone Pascale del 1533. Il complesso riecheggia dei fasti carretteschi traslati nello stile barocco.
Ai piedi del Becchignolo sorge l’antico complesso conventuale di S. Caterina con la Chiesa omonima , fondato nel 1359 dai marchesi Del Carretto. Il complesso venne chiuso al culto nel 1864 e adibito fino al 1965 a penitenziario, subendo rimaneggiamenti tali da stravolgerne l’insieme. Rimangono visibili sul fianco sinistro un portale strombato quattrocentesco ad arco acuto e resti di un altro acceso minore trecentesco, il campanile direttamente impostato su una cappella absidale, con la cuspide demolita dopo il terremoto del 1887 e ricostruita nel 1999. L’interno, in avanzata fase di restauro, contiene un interessante ciclo di affreschi del primo Quattrocento raffiguranti episodi della vita della Vergine, di ignoti frescanti di ispirazione toscana. La parte conventuale gravita intorno a due chiostri fatti costruire nell’ultimo decennio del XV sec. dal cardinale Carlo Domenico Del Carretto. Al piano superiore del primo chiostro ha sede il Civico Museo del Finale, dove in alcune sale sono raccolti materiali preistorici rinvenuti negli scavi compiuti nelle grotte e caverne del Finale. Da piazza del Tribunale parte la Strada Beretta che collegava il Finale con i possedimenti spagnoli nel Milanese. Dopo i primi tornanti si trova la fortezza di S. Giovanni, eretta dagli spagnoli tra il 1640 e 1644, inglobando la medievale torre di raccordo della cinta fortificata e più avanti verso Perti Castel Govone, superbo complesso medievale e palazzo dei Marchesi del Carretto. Oggi ridotto in rudere, rimane uno dei migliori esempi di architettura militare e residenziale della Liguria. Edificato intorno al 1188 sui resti di una “caminata”, sorge sulla cima del monte Becchignolo a controllo delle valli Aquila e Pora e del sottostante borgo. Gravemente danneggiato nella guerra del 1447/49, venne ricostruito dal marchese Giovanni Del Carretto, quindi ampliato e abbellito da Alfonso I Del Carretto che vi fece erigere la poderosa torre dei Diamanti (fine XVI sec.). Venne demolito nel 1714 da Agostino Spinola per ordine del Senato di Genova.