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TRA STORIA, ARTE E SIMBOLISMO – I TOMO
di Giuseppe Berta
Il libro, edito dall’Associazione Culturale “CENTRO STORICO DEL FINALE”, è un primo tomo dedicato alla Basilica di San Biagio a Finalborgo.
Descrizione
TRA STORIA, ARTE E SIMBOLISMO – I TOMO
di Giuseppe Berta
Il libro, edito dall’Associazione Culturale “CENTRO STORICO DEL FINALE”, è un primo tomo dedicato alla Basilica di San Biagio a Finalborgo.
Note dell’autore sull’opera:
Chi visita per la prima volta la basilica di S. Biagio in Finalborgo e ne ammira con occhio attento lo scenario esterno ed interno che all’osservatore essa prospetta, rimane quasi affascinato dal suo insieme armonico di opere e di stili.
Il fascino è accompagnato da un’emozione incomparabilmente più intensa di quella che può suscitare l’esame o lo studio di un qualsiasi scritto o raffigurazione, perché la partecipazione dal vivo all’armonia dello spettacolo genera commozioni che toccano le intime fibre dell’animo; l’iniziale stupore si trasforma poi nella curiosità di conoscere i perché di quella rappresentazione, i motivi dell’origine di tanto incanto.
È parso all’autore del presente lavoro che sia giunto il momento di colmare alcune lacune, convinto che fornire solo informazioni di carattere storico, architettonico ed artistico non è sufficiente a far capire appieno in motivi che inducono a commissionare, ideare, compiere le opere d’arte ed a porle proprio in questo o quell’ambiente: perciò si è tentato di fornire alcune motivazioni più profonde, che al di là dei dati storici o delle interpretazioni artistiche, hanno indotto gli artisti a creare l’ambiente culturale che ha portato alla realizzazione di ciò che noi oggi possiamo ammirare.
Per arrivare a questo si è dovuto ricercare, riscoprire e reinterpretare i significati e i simboli che hanno accompagnato e guidato gli architetti, gli scultori, i pittori, i decoratori e le maestranze all’ideazione e poi all’esecuzione delle innumerevoli parti di quest’insieme armonico chiamato S. Biagio.
Non solo bisognava riscoprire e rivalutare la scuola di pensiero che ha accompagnato l’operatore erudito, ma tenere conto anche dell’apporto del committente, di chi deteneva il potere, nonché del popolo.
Purtroppo la Rinascenza, che ha portato l’uomo a nuovi traguardi nella conoscenza delle scienze, ha spinto lo stesso uomo a smarrire i significati della fantasia e dell’immaginario, inducendolo ad immergersi pesantemente nella realtà delle cose ed a estraniarsi dai valori dello spirito.
Proposito della ricerca è stato quello di indagare sugli aspetti storici ed architettonici delle opere, ma soprattutto simbolici, convinti che la precipua funzione del simbolismo è quella di esprimere la visione spirituale, fantastica ed immaginativa del momento creativo.
L’accento che si è posto sull’iconologia sta anche ad indicare l’obbligo degli osservatori di riflettere sulla civiltà spirituale e culturale ricevuta, che noi moderni rischiamo di perdere se non sappiamo più reinterpretarla ed apprezzarla, nonché di riscoprire la dimensione ed il valore del messaggio che, attraverso le loro opere, gli artisti hanno voluto inviarci.
Per non rendere troppo corposo ed affaticante alla lettura il testo, è stato necessario scindere il lavoro in due volumi ben distinti: il primo descrivente in generale la chiesa nel suo insieme ed il secondo descrivente solamente ogni singola cappella delle dieci presenti; questo per meglio poter descrivere tutto lo scibile a disposizione circa la storia, l’arte, ma soprattutto il simbolismo, che rigurda l’intero complesso di San Biagio nel suo insieme.
Naturalmente questo studio non è ancora, purtroppo, immune da errori e non vuole essere considerato come la pietra filosofale, tanto cara e ricercata dagli antichi alchimisti, o uno studio definitivo sull’argomento (infatti l’esattezza delle date, delle attribuzioni o delle interpretazioni non può mai essere assoluta, per quanto ci si sforzi in tal senso), ma vuole essere uno stimolo vigoroso a chi, non accontentandosi di vedere, vuole approfondire anche il contesto simbolico a cui si è fatto riferimento.
Questo primo volume insomma vuole offrire al lettore un buon inizio di conoscenza del complesso architettonico di Finalborgo (che lo scrivente presume di considerare veramente raro) e delle sue bellezze naturali ed artistiche, immerse in una incantevole cornice di singolari equilibri di coesistenza, che porgono al visitatore – residente o turista – occasioni di vere, sincere, profonde emozioni artistiche.
L’invito che l’autore si sente di rivolgere ai nostri contemporanei, investiti o no di responsabilità amministrative, è quello di essere capaci di accompagnare l’appagante sentimento di fierezza per il patrimonio culturale e spirituale ereditato dai nostri avi, con il dovere e l’onere di ritrasmettere, nel modo più integro possibile, ai nostri posteri un così splendido retaggio.
Giuseppe Berta
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